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bresciaoggi 28 maggio 2010
 
Non c’è mai stato in Italia un progetto stradale tanto tribulato. Ai passaggi istituzionali e burocratici che costituiscono già un lungo iter di attuazione, occorre aggiungere i ricorsi al Tar, alla Commissione europea, alla revisione dell’opera, ecc. La conseguenza? Ritardi dilatati a dismisura. E questa la storia dell’autostrada della Valtrompia, fermata il 20 maggio dal Tar che ha accolto le contestazioni mosse sugli espropri di pubblica utilità da parte di alcuni proprietari. Sul tappeto non tanto l’offerta di indennizzo, bensì il fatto che non s’ è intervenuti entro i cinque anni per un’opera dichiarata di pubblica utilità.
La sentenza ha di fatto bloccato l’iter degli espropri, ultimo ostacolo per arrivare all’inizio dei lavori, dopo la gara d’appalto. Comprensibile che l’ennesimo passo falso abbia fatto infuriare la Provincia ed i Comuni interessati che vedono l’ennesimo slittamento di un’opera sempre sognata e mai realizzata. Per questo Mauro Parolini, assessore provinciale ai Lavori pubblici, ha istituito un Comitato di coordinamento sulla viabilità della Valtrompia e della Valsabbia (anche in questa valle non mancano i problemi), composta dal Broletto, Anas, Comunità Montane, Comuni, associazioni di categoria, forze politiche. Il primo incontro si terrà domani alle ore10 nella sala riunioni dell’assessorato ai Lavori pubblici in piazza Tebaldo Brusato. 
Il Comitato esaminerà le iniziative da porre in atto a seguito della recente sentenza del Tar. L’assessorie Parolini si è limitato a dire che «intende riportare al più presto la procedura davanti al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), mentre si dice certo che l’Anas ricorrerà al Consiglio di Stato». Aggiunge infine «che proprio dalla riunione del Comitato potranno scaturire altre iniziative».