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Bresciaoggi 9 settembre 2010
 
Anche quest’anno i cacciatori lombardi potranno sparare a fringuello, pispola, frosone, peppola, storno. Ieri mattina la commissione Agricoltura del Pirellone ha approvato all’unanimità il progetto di legge urgente sulla caccia in deroga alle normative europee. Martedì prossimo è prevista l’approvazione in consiglio: l’entrata in vigore poco dopo l’inizio della stazione venatoria il 19 settembre. Lo sblocco della situazione (ricordiamo che a luglio il centrodestra fece saltare l’approvazione della legge firmata Udc) si è avuto grazie alla fusione della proposta legislativa dell’Udc (e del consigliere Pdl Carlo Saffioti) presentata a luglio e quella consegnata a fine agosto dalla Lega. Importante sblocco anche per quanto riguarda i richiami vivi: nella nostra provincia ne potranno essere utilizzati 20mila.
LA LEGGE. La caccia allo storno sarà consentita dal primo ottobre al 31 dicembre: il prelievo massimo è di 160 mila esemplari (20 capi al giorno per cacciatore, non più di 100 nella stagione venatoria). La caccia alla pispola, al frosone e al fringuello va dall’1 ottobre al 30 novembre, infine quella alla peppola dal 10 ottobre al 10 dicembre. 45mila il numero complessivo di pispole abbattibili (10 capi giornalieri massimi e 50 stagionali per ciascun cacciatore). Via libera anche all’inserimento del frosone tra le specie cacciabili, per un numero complessivo massimo di 31mila esemplari (5 giornalieri, 25 stagionali). Per le peppole il prelievo complessivo è di 95mila esemplari (5 capi al giorno, 25 stagionali), 510mila per i fringuelli (20 capi al giorno, 100 nella stagione) effettuabile esclusivamente da parte dei cacciatori autorizzati e in possesso della scheda di monitoraggio. I numeri decisi hanno l’ok tecnico dell’Infs (ex Ispra, Istituto per la fauna selvatica) «nel pieno rispetto delle direttive comunitarie vigenti – spiega una nota stampa – sono stati elevati i valori medi delle quantità di fringuello e peppola cacciabili, passando dall’1% all’attuale 3%, mentre per lo storno si è passati dall’1% al 2%».
I RICHIAMI. Via libera della commissione anche all’utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purché provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province (1.548 esemplari di allodola, 11.318 di cesena, 4.206 di merlo, 21.060 di bottaccio e 10.444 di sassello). La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 20 mila esemplari complessivi. Ritirati invece gli emendamenti del consigliere regionale Mauro Parolini (Pdl) sulle modifiche alla legge regionale per permettere ai cacciatori iscritti ad un Atc non di residenza di continuare a cacciare. 
Soddisfatto il bresciano Gianmarco Quadrini (Udc), che dopo gli scontri con il Carroccio sulla paternità della legge ora ammette di non essere antileghista nel dna, ma di non gradire furberie. «Il provvedimento approvato è abbastanza restrittivo e tende a diminuire i rischi che la comunità europea intervenga con delle sanzioni – prosegue Quadrini -. Adesso serve una legge quadro definitiva». «Lo spirito con cui questo progetto di legge è passato – affermano i leghisti Dario Bianchi, Alessandro Marelli e Roberto Pedretti – è quello di riuscire a conciliare la necessità di non commettere gli errori che nel passato hanno reso attaccabili le leggi sulle deroghe con l’impegno di difendere la tradizione venatoria». Caustico Girelli (Pd): «Si sta facendo in fretta e in malo modo quello che si poteva fare con calma a luglio. Si è voluto comunque evitare ostruzionismi e portare in consiglio la legge per il bene dei cacciatori». Pollice verso dell’Italia dei Valori: contrasta con le norme comunitarie e non è «certo la priorità dei problemi in Lombardia».