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«La Sindone e il Volto Santo di Manoppello sono una sfida alla ragione umana». Il gesuita padre Heinrich Pfeiffer è cordiale e sorridente come sempre. Ricorda, nei suoi modi di fare, Benedetto XVI, di cui è amico da tempo: il docente della Pontificia Università Gregoriana, dove insegna Storia dell’Arte cristiana, ascolta in silenzio, parla lentamente, argomenta in modo lineare e razionale.

 

Specie, poi, se si tratta di dedicare un po’ di tempo all’argomento sul quale ha speso la sua vita di studioso: il volto di Gesù. In particolare, padre Pfeiffer è diventato uno dei massimi esperti mondiali della riproduzione del viso di Cristo nell’arte cristiana, a partire dai due oggetti considerati “originali”: la sacra Sindone di Torino, la cui ostensione in questi giorni sta richiamando centinaia di migliaia di fedeli, e il meno noto – almeno per il grande pubblico – Volto Santo di Manoppello, il panno con l’immagine di Gesù custodito nel piccolo paesino in provincia di Pescara, dove papa Ratzinger si è recato in pellegrinaggio il 1° settembre del 2006.

 

Se la Sindone è il telo che ha avvolto interamente il corpo di Gesù nel Sepolcro, il panno di Manoppello, secondo gli studi cui ha contribuito lo stesso padre Pfeiffer, è il fazzoletto posto sopra la Sindone: un’usanza antica riservata a personalità importanti, considerato anche il fatto che è un panno di bisso, un tessuto particolarmente prezioso, che si utilizzava in situazioni del tutto speciali. Si tratta di due immagini di cui la trappista tedesca suor Blandina Paschalis Schloemer, che attualmente vive proprio a Manoppello in eremitaggio, ha dimostrato la perfetta sovrapponibilità, convincendo nel tempo lo stesso Pfeiffer, il cui contributo alla conoscenza del Volto Santo nel mondo è stato decisivo.

 

Padre Pfeiffer, i due volti sono gli stessi? «Sono assolutamente identici, combaciano perfettamente, come ha dimostrato suor Blandina: la sovrapposizione è di 1 a 1. Dirò di più: i due reperti si leggono insieme: dalla loro sovrapposizione sono stati riconosciuti particolari importanti del volto di Gesù, come la barba, i capelli, le ferite e via dicendo. L’uno, in altri termini, ha bisogno dell’altro per essere letto».

 

Suor Blandina, in particolare, ha individuato almeno dieci punti di perfetta sovrapposizione: «In realtà – spiega il gesuita – sono molti di più, quelli indicati da suor Blandina sono probabilmente i più evidenti. Ma nei lavori di sovrapposizione, vengono a galla sempre nuovi punti di identità».

 

I due reperti sono mai stati accostati fisicamente? «No, in quanto si tratta di oggetti particolarmente delicati, e ogni manipolazione è sempre molto rischiosa. Le sovrapposizioni sono state fatte mediante immagini fotografiche fedeli».

 

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