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Giornale di Brescia 23 Luglio 2009
 
URAGO D’OGLIO

Auto blu, elicotteri, navette, quattrocento ospiti, più di un centinaio di giornalisti, un numero smisurato di telecamere, macchine fotografiche, guardie del corpo con auricolare, hostess, camerieri, uomini delle Forze dell’ordine, operai in divisa da lavoro.
L’appello è sommario, ma, se non altro, tenta di restituire in poche righe la dimensione di quella che in molti, ieri, non hanno esitato a definire «giornata storica».
La posa della prima pietra della Brebemi, o meglio, della prima colata di cemento, azionata direttamente dal premier Silvio Berlusconi, è stata degna di un’attesa lunga dieci anni. Perché la prima auto possa scorrere sulla direttissima di 62 chilometri che collegherà Brescia a Milano ne dovranno passare altri tre. Mille e 259 giorni, o, se si preferisce, 36 mesi che, a detta del presidente di Brebemi «abbiamo tutto l’interesse di rispettare».
L’appuntamento lo dà, chiudendo il proprio intervento, il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni. «Per la Brebemi ci ritroveremo il 31 dicembre 2012 o, al massimo, il primo gennaio 2013».
E il conto alla rovescia ormai è partito, un «totem elettronico» batterà il tempo da qui a tre anni, mentre nella campagna di cinque province sarà piantato un nuovo genere di «coltivazione» dal nome ormai famigliare. I frutti della Brebemi arriveranno con i primi proventi dei pedaggi. L’opera avrà un costo complessivo di 1,6 miliardi di euro, un investimento, come tiene a sottolineare Bettoni «completamente finanziato grazie al capitale di rischio versato dai soci e per la parte restante oggetto di una delle più grandi e complesse operazioni di project finance realizzate in Italia».
Dal granturco alla tensostruttura
Proprio in mezzo al granturco già alto, sotto il soffitto drappeggiato di due grandi tendoni, montati nel tempo record di due giorni, si sono susseguiti, dalle undici in punto come stabilito da programma, gli interventi delle autorità. Introdotto dalla conduttrice del Tg2 Maria Concetta Mattei il presidente di Brebemi Francesco Bettoni ha aperto le «danze». Subito dopo un video, messo in onda sui sette mega schermi allestiti nella sala «da campo», ha permesso una sorta di viaggio virtuale sulla futura autostrada.
È seguito il saluto emozionato del primo cittadino di Urago d’Oglio Antonella Podavitte, poi la parola è passata al presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli. «Oggi l’inizio dei lavori ci dice quanto quest’opera sia irreversibile, ora ci siamo a dimostrazione del fatto che se si ha l’idea giusta e il sostegno di uomini capaci ed affezionati ogni cosa è possibile: è il caso di Brebemi». A salire sul palco è toccato poi ad Antonio Rognoni, amministratore delegato della società mista tra Anas e Regione Lombardia Concessioni Autostradali Lombarde (CAL) che ha ricordato gli anni di lavoro che hanno portato all’avvio dei cantieri. Pietro Ciucci, presidente Anas ha dato conto, subito dopo, dell’attività della società che ad oggi in Italia conta 150 cantieri aperti, anche grazie al piano straordinario delle infrastrutture approvato voluto dal Governo «capace – ha detto Ciucci – di dare seguito più rapidamente a molti cantieri».
L’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo ha salutato «un’opera nata non dal caso o frutto di un lavoro di solisti, ma figlia della libertà di fare, che è l’unica cosa che abbiamo chiesto al Governo, dato che la Brebemi si autofinanzia». Le ricadute positive della nuova autostrada sul sistema trasportistico lombardo sono state poi messe in luce dall’intervento del governatore Formigoni che poi ha auspicato «un rapido cambio delle normative sia europee che italiane per accelerare la realizzazione delle grandi opere pubbliche».
Gli fa eco, in questa richiesta di cambiamento lo stesso ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che però ha voluto ricordare anche la «macchina del fare» che si è messa in movimento per dare seguito a questa opera imponente. Ci si avvicina alla conclusione, a salire sul palco è quindi la volta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «È da cinque anni che aspetto questa giornata – ha esordito – da quando cioè venni a Brescia a presentare il progetto di massima della Brebemi, opera non necessaria, indispensabile».
Benedizione e starter
Per il premier però la giornata non è ancora finita dato che fuori dalla tensostruttura climatizzata, lo aspettano gli operai: si deve dare avvio ai cantieri. Prima però la benedizione ai lavori. A impartirla è monsignor Gianfranco Mascher, vicario generale della curia di Brescia. Il tempo di una preghiera e Berlusconi già stringe in mano lo starter con cui fa partire la betoniera. In un attimo un’abbondante colata di cemento si riversa sulla prima pietra, contemporaneamente la colonnina elettronica inizia il suo conto alla rovescia. La cerimonia si chiude così, in mezzo al frumento già alto di fine luglio, tra strette di mano e saluti delle autorità. Il ministro Umberto Bossi se ne va tra i primi, il sindaco Moratti sale in auto, Berlusconi riparte per Roma poco dopo. Auto blu, jeep e navette prendono la via di una pista ciclabile. In attesa di una autostrada.
Cecilia Bertolazzi