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Il sussidiario.net
 

Nelle ultime due settimane ho avuto modo di raccogliere le valutazioni di una quarantina di imprenditori del Club Cdo Libera Impresa responsabili di piccole e medie imprese. Il quadro è vario anche perché sono diversi i settori di appartenenza e le situazioni delle aziende, pur se come prevedibile la grande maggioranza ha vissuto e sta vivendo diminuzioni importanti di ricavi e margini.

Fortunatamente, pochissimi hanno visto la liquidazione dell’azienda e, tra questi, due hanno ricominciato una nuova attività. Una dozzina ha dichiarato che la situazione sta pur lentamente migliorando: questo vale per chi ha avuto le risorse e il coraggio di investire in nuovi prodotti o processi e per chi si trova in settori dove altri concorrenti, spesso italiani, hanno lasciato spazio. In ogni caso, come dice uno degli imprenditori, “il 2009 è stato uno schiaffo che ha suscitato domande radicali contribuendo a rimettere in discussione il valore di me stesso”.

Come si reagisce a uno schiaffo così forte? Questi imprenditori si sono messi intorno a un tavolo con i concorrenti per valutare strategie comuni, hanno puntato decisamente a una riduzione del circolante e degli investimenti per liberare risorse finanziarie, hanno realizzato tutte le diminuzioni di costo ragionevoli (comprese quelle rese possibili dalla cassa integrazione che impiega le risorse che il sistema aveva accumulato), hanno ridotto i propri compensi, hanno modificato la strategia investendo (con prudenza) in nuovi servizi o in nuovi mercati.

Per impegnarsi a realizzare queste azioni, per “non disperarsi, pur se non si dormono sonni tranquilli”, occorre però che l’imprenditore parta da una nuova consapevolezza: “La vera ripresa è la possibilità di uno sguardo positivo su quel che c’è. Credo che questo fattore, da non confondere con un vago ottimismo, sia per quanto apparentemente intangibile il vero fattore di una possibilità di cambiamento e che abbia oggi più che mai una valenza culturale assolutamente originale”.

Occorre poi far leva sullo spirito di collaborazione con i propri dipendenti: “In un’azienda di 14 persone i rapporti sono fondamentali e se c’è fiducia e stima anche nei momenti duri ci si dà da fare. I miei collaboratori, direi amici che rende meglio l’idea, sono una grandissima forza di reazione. Li ho sempre tenuti informati sugli elementi fondamentali dell’azienda per cui sanno che si giocano il posto di lavoro proprio e dei compagni se non danno tutto il possibile. Così non si risparmiano e i risultati si vedono sia a livello psicologico sia nella produzione di nuovi progetti e nelle idee che riescono a tirare fuori”.

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