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ESPORTAZIONE ARMI, VOTATA MOZIONE CONTRO GLI APPESANTIMENTI BUROCRATICI

PAROLINI (NCD): “DIFENDERE UN’ATTIVITA’ CONSENTITA DALLO STATO SENZA ELIMINARNE I PREVISTI CONTROLLI”

Milano 7 Gennaio 2014 – “Via gli inutili appesantimenti burocratici, senza venir meno alle necessità di controllo previste per legge”. È quanto ha sostenuto Mauro Parolini, capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio regionale, sulla mozione discussa e approvata oggi in Consiglio regionale a favore dello snellimento burocratico per le aziende armiere italiane.  

“Non possiamo permettere – spiega ancora Parolini – che l’eccesso di burocrazia sia usato come strumento surrettizio per impedire qualcosa che lo Stato, attraverso specifiche normative, consente di fare”. Secondo i firmatari della mozione, tra i quali lo stesso Parolini, le modalità con cui è applicato in Italia il regolamento CE 285/2012 “introducono un accumulo di oneri burocratici che rischia di mettere in gravi difficoltà un importante settore produttivo regionale e nazionale, che conta oltre 100 imprese e 3 mila addetti nella sola Lombardia”.

Proprio per questo, la mozione approvata chiede alla giunta di sensibilizzare il governo nazionale a modificare la normativa che recepisce il regolamento comunitario sull’esportazione delle armi. 

“Lo snellimento burocratico – ha specificato il capogruppo del Nuovo Centrodestra – non è affatto sinonimo di abolizione dei controlli, tanto che il testo della mozione precisa, su mia richiesta, che l’obiettivo di ridurre il gravame burocratico non limita le dovute necessità di controllo. Se qualcuno è contro la produzione di armi in Italia è legittimo che lo dica nelle forme consentite – conclude Parolini – ma la mozione votata oggi in aula affrontava tutt’altro tema: la difesa di un’attività regolamentata dallo Stato da un inutile appesantimento burocratico che di fatto la mette a rischio”.

In conclusione, Parolini non ha mancato di stigmatizzare la posizione in aula del Partito Democratico rilevando che “oggi il PD ha rispolverato il tipico atteggiamento ben sintetizzato dall’espressione ‘ma anche’, dichiarandosi contrario all’uso delle armi, ma anche a favore. Il che, oltre a essere stato inutile, si è dimostrato pilatesco e ha consentito, ancora una volta, a questo partito di defilarsi dall’affronto di un problema che riguarda il nostro territorio”.