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Bresciaoggi 27 marzo 2010
 
Presidente Formigoni, che stimoli ha, dopo 15 anni, a riproporsi per un altro quinquennio da presidente della Regione?
Devo portare a termine il progetto iniziato 15 ani fa. Abbiamo fatto cose grandiose, a cominciare dalla storica riforma della Sanità. Ma ora occorre cogliere le nuove opportunità: innovazione e apertura sono infatti le parole chiave del programma della mia quarta legislatura. Dopo la crisi finanziaria il mondo cambierà radicalmente e potrà vincere soltanto chi avrà più coraggio, chi saprà innovare, scommettere su se stesso e sui mercati internazionali.
La sua coalizione non comprende più, rispetto a cinque anni fa, l’Udc e un paio di liste minori. Come giudica questa situazione?
Di sicuro, sarà più facile e semplice per gli elettori fare una scelta per il Pdl. Ed è anche un forte segnale di chiarezza e coerenza politica. Quando un partito come l’Udc che ha, tra l’altro, percentuali a una cifra soltanto, si presenta in tre diverse situazioni, a volte alleato con il centro destra, a volte alleato con il centro sinistra, a volte da solo, il messaggio che manda al Paese è francamente contraddittorio.
Come considera il rapporto con la Lega? Una maggioranza a due, con solo Pdl e Lega, non rischia di avere rapporti politici tesi, se non conflittuali, al proprio interno?
Certamente, se questa maggioranza si reggesse solo sugli interessi di potere e non su un programma e obiettivi condivisi. Con la Lega non ci sono patti segreti, compromessi o accordi di scambio. Lo abbiamo pure visto nella grande manifestazione di Roma della scorsa settimana: Silvio e Bossi insieme sul palco a rilanciare gli stessi impegni e lo stesso progetto politico per il bene del Paese. Del resto, l’ultima legislatura regionale non ha mai avuto crisi drammatiche tra noi e la Lega che hanno messo a rischio l’alleanza. Continueremo così: leali e certi di un compito comune. 
Alcuni componenti del suo listino sono stati oggetto di accuse e ironie (il massaggiatore del Milan, l’igienista dentale, ecc.). In che percentuale questo listino è specchio delle sue scelte personali?
Beh, se pensiamo che questi attacchi vengono dal fronte opposto, dal Pd di Penati, c’è davvero da ridere. La sinistra ci ha messo di tutto, compreso un transex e un tizio che indossa il costume di Batman e di mestiere fa la majorette. Sono senza vergogna. Per quanto riguarda invece il nostro listino, lo condivido dal primo all’ultimo nome. È la mia squadra e condivide ciò che penso e quello che voglio fare. 
Tre parole-slogan per riassumere il suo progetto per la Lombardia?
Due le ho già dette: innovazione e apertura. La terza è: il tutto nel nome della sussidiarietà. In Lombardia il principio di sussidiarietà è sceso dal mondo delle idee per diventare il cardine della nostra azione di governo.
Che contributo può dare la Regione alle aziende e ai lavoratori colpiti dalla crisi?
Mentre qualcuno si limitava scalare i tetti per manifestare solidarietà parolaia, la Lombardia – grazie all’accordo Stato Regioni sugli ammortizzatori sociali – ha riaccompagnato a terra i disoccupati, sostenendoli con un assegno mensile di 350 euro per acquistare beni e servizi e per compiere percorsi formativi e di riqualificazione. Con la Dote Formazione e la Dote Lavoro (per queste abbiamo stanziato 137 milioni di euro) 2 milioni di lombardi negli ultimi cinque anni hanno riqualificato le loro competenze professionali. E trovare lavoro è stato più facile anche per le donne con la flessibilità (part -time e telelavoro) e gli aiuti finalizzati alla cura e l’educazione dei figli.
Bonus-badanti, più case di riposo, strutture alternative: su cosa punterà la Lombardia per assistere una popolazione che invecchia?
Per gli anziani abbiamo già messo in campo importanti provvedimenti, a questo punto la nostra intenzione è renderli più forti. In particolare, cito il buono famiglia per anziani o disabili ricoverati in case di riposo. È stata la prima iniziativa nazionale di questo genere che ha riscosso anche il consenso dei sindacati. Vogliamo rafforzare queste politiche e vorremmo poter erogare risorse in più. Per questo speriamo nel federalismo fiscale o in più risorse dallo Stato. Il buono viene erogato all’anziano: può servire per coprire il 50% della retta della Rsa oppure può venire utilizzato in caso sia presente una badante, rappresenta un po’ un piccolo stipendio. Inoltre vi anticipo che chiederò governo nazionale l’introduzione del Quoziente familiare, grazie al quale l’imponibile fiscale sarà calcolato anche sul numero di persone da mantenere e sui servizi di assistenza che la famiglia assicura ai componenti. Nello specifico, poi, continuerempo ad erogare i Voucher socio-sanitari che permettono di acquistare prestazioni infermieristiche, riabilitative, medico specialistiche ecc. da una delle organizzazioni "garantite" dalle Asl. Inoltre, è mia intenzione sviluppare i centri abitativi per sostenere l’inserimento degli anziani e sostenere le loro necessità di autonomia.
Che ruolo assegna il suo programma a Brescia e quali progetti specifici contiene per la nostra provincia?
Decisivo, a partire dalle infrastrutture: Brescia è collocata sul Corridoio 5 e avrà un enorme sviluppo infrastrutturale. Inoltre, dichiaro il mio sostegno al progetto per far sì che la Brescia longobarda sia dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il riconoscimento esalterebbe le potenzialità turistiche di Brescia e della Lombardia.
Grandi infrastrutture: quali saranno le priorità che lei assegnerà a Brescia nei prossimi cinque anni?
Innanzitutto il collegamento diretto tra Brescia e Milano (BreBeMi) la prima autostrada realizzata interamente da privati, senza alcun contributo pubblico. Si completerà nel 2012 e produrrà effetti stimati in 10.000 nuovi posti di lavoro, 7 milioni di ore risparmiate all’anno, 400 euro di incremento del Pil lombardo. Poi, porteremo a 4 corsie la tratta iniziale della Gardesana Occidentale e la metteremo in sicurezza nell’Alto Garda, realizzeremo l’autostrada della Valtrompia e il "sistema delle tangenziali" tra Brescia e Lago di Garda e la tangenziale Est di Brescia. Infine, la superstrada della Valcamonica fino ad Edolo. Ma altre opere sono nel programma. 
Se il governo indicherà la Regione Lombardia come sede di una centrale nucleare, come reagirà? E nel caso che decida di riattivare Caorso, sul confine lombardo?
L’ho già detto: per il momento la Lombardia non ha bisogno di nuove centrali nucleari. La Lombardia produce oltre il 20% dell’energia da fonte idroelettrica dell’intero Paese e nel campo dell’energia solare e fotovoltaica è prima in Italia per strutture installate con un incremento del 300% negli anni 2007 e 2008. Il ritorno al nucleare in Italia resta tuttavia un progetto da portare avanti, senza pregiudizi e paure. 
La dote scuola – è l’accusa che vi rivolge l’opposizione – in questi anni ha privilegiato gli iscritti alle scuole private e i ceti medio-alti. C’è un ripensamento sulla distribuzione di queste risorse?
Rispondo che è un’accusa totalmente infondata. Solo negli ultimi tre anni abbiamo speso 420 milioni di euro per quasi 300 mila studenti l’anno. Nessun ripensamento: rafforzeremo semmai questo strumento che insieme alla Dote merito costituisce un caposaldo della nostra politica scolastica. 
Le statistiche dicono che a Brescia, ma anche in altre aree metropolitane della Lombardia, la qualità dell’aria è pessima. Che programmi metterà in campo per migliorarla?
Intanto, ricordo che la Lombardia è la prima Regione in Italia ad aver approvato una legge organica contro l’inquinamento atmosferico intersettoriale. Inoltre, abbiamo definito la zona a traffico limitata per i veicoli più inquinanti più grande d’Europa evitando così l’emissione in atmosfera di 5.537 tonnellate di CO2 in 5 anni. Proseguiremo su questa strada: il Piano per una Lombardia Sostenibile prevede la diffusione di mezzi privati e pubblici a basso impatto ambientale, il rinnovamento del sistema infrastrutturale e dei trasporti e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
Brescia può rientrare, e in che modo, nel progetto-Expo?
Sicuramente. Expo sarà un detonatore per far esplodere ed esaltare le caratteristiche della provincia. L’importante è dare alla macchina organizzativa nuovi obiettivi, nuovi stimoli: la cantierizzazione delle strutture va avanti in maniera perfetta, ora bisogna guardare ai contenuti e all’organizzazione dell’evento dedicato all’alimentazione. In questo settore, Brescia ha molto da dire. 
Mario Mauro ha anticipato che Mauro Parolini avrà un posto nella sua futura giunta. Conferma?
Prima di ogni cosa, bisogna vincere le elezioni. E la campana elettorale durerà fino a lunedì alle 15. Poi arriverà il tempo dei nomi e della distribuzione degli assessorati. 
L’ex presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli, sarà cooptato con ruoli di governo in Regione nella prossima legislatura?
Me lo auguro. Ma ripeto: cominciamo a fare questi discorsi da martedì. 
L’ultima volta lei è stato eletto presidente con il consenso del 53,6% del lombardi. Stavolta s’è prefissato un obiettivo? Quale percentuale di consenso considererà un successo il 29 marzo?
Punto all’en plein. Non posso rivelare gli ultimi sondaggi, ma ricordo che in un recente indagine fatta monitorando i social network il divario fra Formigoni e Penati era di ben 30 punti: 65% a 35%. È abbastanza?