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Bresciaoggi 15 Dicembre 2009
 

 Un vertice «di parte» (senza neppure gli alleati della Lega Nord) per riaffermare un concetto universale: il presidente del Consiglio è il presidente di tutti gli italiani. Tutti, senza distinzione di partito.
Il paradosso politico, a meno di 24 ore dalla vile aggressione di Milano, è del Pdl bresciano, schierato con tutti gli effettivi in Prefettura per esprimere solidarietà al capo ferito, ma anche e soprattutto per «difendere» l’istituzione che Silvio Berlusconi incarna pro tempore.
«La politica per prima ha smarrito i simboli e i riferimenti istituzionali: per questo abbiamo organizzato un incontro simbolico in Prefettura ovvero nella casa del Governo sul territorio», ha spiegato il sottosegretario Stefano Saglia aprendo il vertice davanti al viceprefetto Attilio Visconti («Non dovete ringraziarmi per l’ospitalità, perchè questa è casa vostra», ha replicato il funzionario) e ai maggiori esponenti bresciani del Popolo della libertà: i parlamentari Romele e Beccalossi («Più Maristella Gelmini, a Roma per impegni di Governo, ma qui con lo spirito», ha sottolineato Saglia), i «regionali» Nicoli Cristiani. Ligasacchi e Peroni, i «provinciali» Faustini, Mandelli, Parolini, Ghirardelli, Sala, Invernici e Tomasoni (più l’ex presidente Cavalli), i «comunali» Labolani, Margaroli, Arcai e Farina, il leader dei giovani Piona.
«TUTTE LE ISTITUZIONI appartengono alla Costituzione e il presidente del Consiglio è una delle istituzioni più importanti del Paese insieme al presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere – ha ricordato Saglia -. Noi le abbiamo a cuore e le difendiamo tutte, le istituzioni. Una parte del Paese, invece, ha un atteggiamento ostile nei confronti di Berlusconi, dimenticando che si tratta di un rappresentante del Governo e, quindi, di tutta l’Italia. Le conseguenze rischiano di essere pesanti sia a livello istituzionale sia in politica estera: le immagini dell’aggressione di Milano hanno già fatto il giro del mondo e chi le vede può pensare a un Paese alla deriva, una volta si sarebbe detto alla Sudamericana. Ma è incredibile mettere in discussione la legittimità di un Governo che vanta il più alto consenso di sempre. E’ vero – ha ammesso Saglia -: il responsabile dell’episodio di Milano è una persona mentalmente disturbata, ma ciò che conta è il clima, il "brodo di cultura" che arriva a giustificare un simile episodio. Ed è contro questo clima che si deve scatenare le reazione ferma, ma decisa delle istituzioni. Perchè se si giustificano questi atti si arriva a giustificare anche il terrorismo che, non a caso, negli anni ’70 è stato sconfitto in Italia non solo e non tanto dalla polizia e dall’intelligence, ma sul piano culturale».
LA RICETTA di Saglia prevede tre ingredienti: «La difesa strenua delle istituzioni, la condanna assoluta del terrorismo e l’impegno per tutti a mantenere toni più bassi». Un appello subito raccolto da Viviana Beccalossi: «La tentazione di rispondere all’aggressione di Milano con frasi e pensieri forti c’è – ha ammesso la coordinatrice provinciale del Pdl – ma questo è il momento di mantere i nervi saldi: da parte nostra nessuno risponderà alla violenza con altra violenza, ma con ragione e fermezza. Mai si era visto tanto odio contro una persona. Ma mai accetteremo la sfida della violenza fisica e delle aggressioni perchè significherebbe entrare in un periodo molto buio per la democrazia. A Milano il presidente ha rischiato di perdere un occhio, se non addirittura la vita, ed è un problema che riguarda tutti, non solo il Pdl». Già, ma allora perchè organizzare un vertice di parte? «I parlamentari della Lega e del Pd condividono la nostra preoccupazione e ci hanno espresso solidarietà – ha risposto Saglia -. L’Idv? Siamo curiosi anche noi di capire se a livello locale è sulle stesse posizioni di Di Pietro oppure no». «Nei prossimi giorni in Consiglio comunale e in Consiglio provinciale arriveranno due mozioni sul caso-Milano – ha annunciato e aggiunto Viviana Beccalossi -. Per tutti, quella sarà l’occasione per una presa di distanza. O per dimostrare da che parte stanno».

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