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Intervista del 23 Gennaio 2010
 
 
L’ impegno politico  di Mauro Parolini inizia nel 1993 con Roberto Formigoni. Dal 1995 al 1999 è consigliere provinciale di minoranza nel gruppo Forza Italia, dal 1999 è nominato assessore ai Lavori Pubblici, alla Viabilità, all’Edilizia Scolastica e alla Pubblica Istruzione, nella prima Giunta provinciale presieduta da Alberto Cavalli. Nel 2004 e nel 2009 Parolini viene riconfermato assessore, con delega ai Lavori Pubblici e alla Viabilità, ruolo che oggi ancora riveste.
  

Assessore Parolini la sua candidatura, rispetto a quelle dei colleghi Peroni, Ligasacchi e Nicoli,  rappresenta una novità. E’ una sfida difficile?

 

E’ una sfida difficile il cui giudizio spetta agli elettori che, oltre ai programmi da me presentati per queste regionali, dovranno anche giudicare il mio lavoro di tanti anni in qualità di assessore in Broletto.

 

Quali temi sono i capisaldi del suo programma?

 

Innanzitutto, intendo rappresentare e tutelare gli interessi del territorio bresciano facendo leva sulla lunga esperienza amministrativa acquisita e su una capacità di relazione che, per il tipo di impegno svolto in qualità di assessore, mi ha portato a coltivare contatti e rapporti professionali  ben al di là del confine della Provincia. Regione per prima, ma anche la Comunità Europea sono stati  i terreni sui quali si è sviluppata l”esperienza amministrativa e sui quali è cresciuta sempre più la capacità di affrontare i problemi in modo sistematico.

 

Entrando un po’ nel dettaglio cosa ne pensa del Piano d’area di Montichiari, di stretta competenza della Regione, ma bloccato da parecchio tempo?

 

Su questa partita la Regione deve avere un ruolo più attivo. Il Piano d’area non è un piano di vincolo, ma di sviluppo.  Certo i vincoli esistono, ma anche la predisposizione di piani per ferrovia, autostrada, aeroporto e le altre attività che potranno essere insediate sul quell’area.

 

E per quanto riguarda i trasporti, mi riferisco in particolare ai disservizi che hanno colpito i pendolari?

 

Io avevo già scritto all’amministratore delegato di Trenitalia chiedendo d’ intervenire a Desenzano.  La situazione, oggi,  pare un po’ meno critica grazia all’assessore Cattaneo. Ma è vero che Trenitalia favorisce treni a lunga percorrenza ed alta velocità, ma chi lavora a Milano facendo il pendolare ha il diritto ad  un servizio dignitoso.

 

E per quanto riguarda le infrastrutture, mi riferisco in particolare alla Brebemi, Corda molle e autostrada della Valle Trompia?

 

Le opere di questo genere sono complesse, ma ora è giunto il momento di raccogliere i frutti. La Brebemi è partita, la Corda molle è già a buon punto e per l’autostrada in Valle Trompia sono partiti i provvedimenti amministrativi per i relativi espropri. Che un’infrastruttura come la Brebemi sia  partita da Brescia è bello perchè le grandi opere senza un’efficiente rete stradale circostante diventano cattedrali nel deserto. Mentre in questo caso la Brebemi rappresenta un’opera di grande utilità che ci collegherà a Milano e potrà sfruttare di una rete provinciale rinnovata e sviluppata su tutto il territorio bresciano.

  

Qualora dovesse essere eletto in Regione lavorerebbe su questi tempi o si rende disponibile anche su altri fronti?

 

Chi fa politica si occupa del bene comune e lo deve fare con professionalità e competenza. Per ora questo l’imperativo che mi supporta.

 

Sul fronte alleanze, cosa ne pensa di un accordo con l’Udc?

 

Per quanto mi riguarda l’Udc è un alleato naturale, sono i suoi rapporti con la Lega che rendono più problematico il panorama. Ribadisco che per me l’Udc rimane un alleato prezioso.

 

A proposito di Lega, lei  ritiene che pesi un po’ troppo nella coalizione?

 

Il peso di un partito dipende dai voti che prende è la Lega non è il partito del Nord, ma il  Pdl.

 

Vista la sua appartenenza culturale di stampo cattolico cosa ne pensa della durezza con la quale la Lega affronta il tema dell’immigrazione?

 

Premesso che la politica perseguita dalla sinistra   per cui chiunque può entrare in Italia è sbagliata. Premesso anche che gli stranieri presenti devono e  rispettare  leggi e norme del nostro Stato e che la cittadinanza è un passaggio importante, il Pdl ritiene che per chi lavora e per chi ha famiglia in Italia debbano essere realizzate serie politiche d’integrazione. Strumenti e piani d’intervento che hanno a che fare con persone  e non con categoria indistinte, perchè sparare nel mucchio svantaggia i “ buoni” e  favorisce proprio chi si vorrebbe colpire.

  
Federica Papetti