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Bresciaoggi 19 aprile 2010
 
Il territorio bresciano si candida ad assumere un ruolo strategico nel rilancio del «sistema montagna», che dopo un periodo di stallo istituzionale torna a garantire la tutela e lo sviluppo delle Comunità montane. 
Dopo essere stato istituito nel 2007, il «Comitato della Montagna della Regione Lombardia» aveva perso nel corso degli anni il proprio ruolo di baluardo a difesa delle comunità montane sparse sul territorio. Da quest’anno, con la nomina a presidente di Mauro Parolini, il consigliere regionale bresciano si propone di rilanciare il Comitato ad un ruolo chiave all’interno dello sviluppo delle aree montane.
Nei progetti di Parolini, il Comitato concentrerà tutti gli enti del territorio, facendo da «catalizzatore» per le risorse messe a disposizione. Se nel 2010 era subito apparso evidente che i tagli del governo avrebbero coinvolto pesantemente le Comunità montane sino a metterne in dubbio la possibilità di continuare a raggiungere il pareggio di bilancio (e quindi, di fatto, ad esistere) è vero anche che la Regione ha preso il preciso impegno di coprire parte delle risorse che non sarebbero più arrivate dallo Stato, in modo da garantire almeno le minime possibilità di sussistenza degli enti. Un «microcosmo», quello del territorio montano lombardo, che occupa il 43,6% della superficie regionale (10.405 kmq su un totale di 23.862) e ospita una popolazione di 1,2 milioni di abitanti, pari a circa il 13% dei lombardi. Una realtà in cui sono presenti 561 comuni che rappresentano più di un terzo (36%) di quelli dell’intera regione. Per garantirne la sopravvivenza, la ricetta di Parolini è quella dell’unità tra addetti ai lavori. «Ora più che mai servono strategie ad hoc per concentrare il più possibile le risorse provenienti dalla Regione, evitando di distribuirle indistintamente, ma privilegiando i progetti che favoriscano lo sviluppo delle aree montane».A.FAL.