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Bresciaoggi 12 febbraio 2012
 
Tutti presenti, o quasi, a celebrare l´unità ritrovata. E non poteva essere diversamente dopo l´accordo raggiunto sul «filo di lana» che domenica prossima incoronerà Alessandro Mattinzoli coordinatore provinciale del movimento berlusconiano. Ma guai a parlare di «congresso di plastica» davanti all´onorevole Viviana Beccalossi, che proprio ieri pomeriggio ha passato virtualmente il testimone al suo vice. «Se fossimo arrivati al congressocon più di un candidato si sarebbe parlato di Pdl spaccato – taglia corto il coordinatore vicario lombardo -. Adesso, trovata la via unitaria, non dite che il nostro è un partito di plastica. Il congresso si celebrerà nel nome della sintesi. Tutte le componenti del partito hanno lavorato al servizio e per il bene dello stesso». 
Chiara e limpida. Tanto quanto le dichiarazioni a caldo di Mattinzoli, sindaco di Sirmione, che avrà «l´onore e l´onere» di guidare il partito in un momento delicato. «Mi rendo conto che dobbiamo ritrovare la giusta via per parlare con il territorio – ha ribadito Mattinzoli davanti al suo mentore, l´ex ministro Mariastella Gelmini -. A Brescia ognuno ha anteposto gli interessi del partito davanti a quelli personali». 
AL FIANCO del futuro coordinatore provinciale si siederanno due diversi vice: Margherita peroni e Giampiero Maffoni. Una vera novità, anche nel quadro di indirizzi dati dal segretario nazionale Alfano che prevedeva un solo vice coordinatore per ogni provincia. Ma Brescie è Brescia. I due coordinatori vicari sono espressioni delle diverse anime che compongono l´universo pidiellino, che spazia dall´ala laica a quella vicina ai ciellini formigoniani passando per i reduci di An. 
Nel partito, però, rimbalzano ogni riferimento alla «lottizzazione» fatta per correnti, sventolando i 15 nomi che comporranno il direttivo come garanzia di democrazia. E se non bastasse gli altri 15 «dirigenti» saranno eletti dagli iscritti domenica 19, scrivendo il nome del loro candidato sulla schera congressuale. 
E Stefano Saglia, candidato in pectore dei larussiani, non vuole neppure parlare di passi indietro. «Nel partito in cui sono cresciuto mi hanno insegnato che la rivoluzione si può fare anche facendo la guardia a un bidone di benzina – ha ricordato l´ex sottosegretario -. Sono qui per mettermi a disposizione del partito. Del resto se mi fossi candidato – scherza Saglia – avrei messo in forte imbarazzo mia moglie…». 
Trovato l´equilibrio interno, però, si è tutti proiettati verso le amministrative. Ne fa cenno lo stesso Mattinzoli, che ha aperto uno spiraglio al terzo polo. Lo ha confermato pure la Gelmini, ricordando che oggi Brescia ha fatto più squadra di Milano, dove i candidati saranno ben tre. «Questa è una unità non di facciata ma di sostanza – ha voluto rimarcare Gelmini -. I due coordinatori non sono un problema laddole esiste una unità di intenti. Sulle future alleanze la Lega sembra avere imboccato una strada, quella di correre da sola. Noi riteniamo che ci siano margini per usare il buonsenso. Così facendo la Lega rischia solo di consegnare il territorio alla sinistra. Credo che un conto sia la politica nazionale, un conto sono i buoni esempi di amministrazioni che devono proseguire. A Brescia l´alleanza con la Lega Nord dura da tempo perché sono molti di più i punti che ci uniscono di quelli che ci separano. Per questo l´esperienza dovrebbe suggerire anche all´Udc di valutare le alleanze sulla base dei risultati raggiunti».