Seleziona una pagina
Giornale di Brescia 20 ottobre 2011
 
«Gli elettori hanno voglia di partito, che faccia sintesi e agevoli la partecipazione. Avverto che la gente ne sente il bisogno». Mauro Parolini, consigliere regionale del Pdl, interviene nel dibattito aperto nel partito nella marcia di avvicinamento al congresso provinciale.
Consigliere nessuno fa nomi per il candidato alla segretaria
Il congresso, che vedo come un luogo democratico, sarà davvero efficace se sapremo confrontarci sui temi e sulle questioni di merito legate ai problemi delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori. E dovremo essere in grado di proporre all’esterno una sintesi politica, perché questo è quello che ci viene chiesto. E su quello mi aspetto un dibattito animato con gente autorevole che si mette al servizio di un partito che a sua volta si mette al servizio di una comunità per cercare in una situazione così difficile di dare risposte alla società.
Quindi auspica un congresso unitario?
Mi sto dando da fare per un congresso unitario perché il primo dramma della politica, che rischia di trasformarsi in una tragedia, è l’incapacità di tenere insieme. Il primo segnale che dobbiamo dare all’esterno è la capacità di stare insieme, non perché così difendiamo un potere, ma perché così diventiamo capaci di affrontare la nostra responsabilità. Questo ha come sbocco un congresso unitario, perché ci si mette d’accordo sulle figure di vertice, e poi si dibatte sui problemi e su come risolverli.
La soluzione quale sarà?
A Brescia abbiamo un problema d’abbondanza per quanto riguarda le figure di spicco del Pdl: Paroli, Gelmini, Beccalossi, Saglia, Nicoli, Romele. Difficile dire che qualcuno di questi non sarebbe adatto a fare il segretario di partito. Nessuno di questi può dire più degli altri «legittimamente sono più adatto di altri a fare il segretario». Forse la soluzione è quella che questi si mettano insieme sulle cose da fare, mettendo a frutto le responsabilità ricoperte nei vari livelli di governo. Allora la soluzione migliore è davvero quella di proporre come segretario uno più giovane, o forse qualcuno che in questo momento non ha un ruolo così di primo piano ma che abbia le capacità di tenere insieme le risorse. Poi se si dovrà arrivare al confronto sulle persone lo faremo, ma non penso sia la prospettiva più desiderabile.
Cosa pensa di questo processo in cui Pdl si sta facendo partito?
Alfano nel suo discorso di investitura ha parlato di tutto: dei valori non negoziabili che indica la Chiesa ma anche di un’idea di economia che valorizzi l’iniziativa. In tutto ciò mi riconosco e noto che il riferimento è un’esperienza di governo di successo come quella della Lombardia guidata da Formigoni. Per altro il nostro riferimento è il Ppe, quindi non vedo nemmeno distinzioni o divisioni tra componente liberale e cattolica. Anzi il processo che abbiamo intrapreso porterà dei risultati sorprendenti
La gente come sta reagendo a questo processo?
I partiti democratici e popolari prendono persone che da sole non avrebbero possibilità di incidere e gli danno un ruolo; la gente ne avverte il bisogno. Il partito quindi viene inteso come capace di tenere insieme le cose e di fare sintesi. Ciò che la gente non vuole più è che la sintesi sia fatta a priori e dal vertice.
Carlo Muzzi