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Giornale di Brescia 28 gennaio 2012
 
Ormai la data è fissata, ma il Pdl bresciano sta attraversando una fase molto delicata. «Ad oggi si profila un congresso non unitario», chiarisce, con un po’ di preoccupazione, il consigliere regionale Parolini che si riconosce nell’area cattolica ex forzista riunita attorno all’associazione Areopago. 
L’altra sera si è svolta una riunione proprio dell’area con presenti i principali rappresentanti politici, tra cui, oltre allo stesso Parolini, il sindaco Paroli e l’assessore Vilardi. Al centro dell’incontro il modo per arrivare ad una soluzione che non porti alla contrapposizione, in occasione del congresso provinciale del 19 febbraio, tra ex-An e ex-FI. Nel partito bresciano si sta cercando una mediazione che eviti un congresso caratterizzato da più mozioni, con candidature che si stanno definendo sempre più chiaramente: l’on. Saglia e l’attuale vicecoordinatore Mattinzoli. 
«Condivido i timori espressi ieri dalla Beccalossi – precisa Parolini – sul ritorno a principi d’appartenenza che farebbero andare indietro il partito. Mentre noi dobbiamo essere in grado di fornire una prospettiva futura». Parole condivise anche dal sindaco Paroli che ribadisce la stima e l’amicizia di tutta la corrente per Saglia, ma auspica una soluzione unitaria che permetta al Pdl di mantenere quella compattezza che ha contraddistinto la scena bresciana.
Non parla dopo la riunione l’assessore Vilardi, il momento è troppo delicato e un’eventuale contrapposizione rischierebbe di investire anche i rapporti personali tra i protagonisti dell’eventuale corsa alla segreteria provinciale.
È Parolini a confermare la difficoltà di questa stagione congressuale: «Si rischia di confrontarsi sugli schieramenti e non sui contenuti» ammonisce il consigliere regionale. D’altra parte anche l’attuale coordinatore provinciale, l’on. Beccalossi, lo ha detto ieri senza mezzi termini: «Venendo meno la mia candidatura, manca la convergenza anche di parte di Forza Italia». 
Parolini, poi, chiarisce la posizione della corrente che dovrebbe essere emersa durante la riunione dell’altra sera: «Non siamo pontieri di due parti contrapposte. Non esistono contrapposizioni, ma noi vogliamo essere dialoganti con tutte le componenti del partito. Poi certo, se si vuole andare alla conta, anche in nome di una democrazia interna al Pdl, penso che saremo costretti schierarci con una parte. Si tratterebbe di una scelta obbligata». 
Insomma Areopago sosterrebbe un candidato con una storia politica in Forza Italia. «Ma sarebbe un errore – ammonisce comunque Parolini – perché non è il momento degli scontri, il Pdl bresciano deve essere vicino ai problemi della gente e lavorare per un programma politico condiviso». 
La ragione di maggiore contrarietà alla scelta degli ex-An di voler arrivare ad una conta, si fa notare dall’Areopago, è che andrebbe a rompere un equilibrio che a Brescia ha sempre caratterizzato An-FI prima, e il Pdl poi, e che oggi sarebbe messo in discussione da logiche interne alla corrente ex-aennina a livello nazionale e regionale. 
Carlo Muzzi