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Bresciaoggi 20 luglio 2011
 
La legge regionale che verrà, e che riformerà il Trasporto pubblico locale, sarà figlia di una rivoluzione (referendaria) e alimenterà la speranza, tutta bresciana, di nuovi flussi di denaro nel segno del premio economico «a chi fa efficienza». 
Uno degli effetti del referendum sull’acqua è aver riammesso (in tutti i servizi pubblici) l’affidamento «in house». Smaltita l’ubriacatura iper-privatista l’Italia torna ad allinearsi all’Europa che ammette l’affidamento diretto di servizi pubblici a società a controllo pubblico, oltre che attraverso gare aperte a tutti, o a società miste in cui il partner privato sia scelto per concorso. 
In altre parole Brescia trasporti (società a controllo pubblico) potrebbe aggiudicarsi la gestione dei trasporti cittadini senza neppure ricorrere a una gara. Nel frattempo il contratto di servizio (già scaduto) è stato prorogato di 18 mesi in attesa che la legge di riforma del Trasporto pubblico locale – presentata in commissione prima dell’estate, e destinata a essere licenziata entro fine anno – compia il suo iter. 
MAURO PAROLINI, consigliere regionale del Pdl, unico bresciano membro della commissione, illustra la proposta: «Il progetto – spiega – risale alla legislatura precedente, ma era stato ritirato. L’assessore Cattaneo l’ha ripresentato, adeguandolo». 
Tutto ruota attorno alla definizione dei nuovi bacini: «Sono previsti bacini interprovinciali, come nel caso di Como e Varese, di Cremona e Mantova, di Lecco e Sondrio». Gli ultimi bacini provinciali «superstiti» dovrebbero essere quelli di Bergamo e Brescia. Per la nostra provincia, per la verità, è aperta la discussione se approdare al bacino unico o prevedere tre lotti (città e provincia, Valcamonica, Garda). «Più che i confini – spiega Parolini – conteranno i poli di attrazione del trasporto pubblico». All’interno del bacino nascerà un nuovo soggetto: l’agenzia. «Sarà il soggetto che concede il servizio – spiega Parolini – e avrà la forma giuridica del consorzio fra la Provincia, il Comune capoluogo e eventualmente altri enti locali. La governance sarà formata da un Cda composto da cinque membri più il direttore generale». Addio al ruolo «solitario» del capoluogo e della Provincia: d’obbligo sarà la collaborazione, lo sguardo d’insieme. 
L’agenzia bresciana del trasporto pubblico locale avrà i compiti classici dell’authority: «Programmerà, regolerà e controllerà i servizi, determinerà le tariffe, affiderà il contratto e del trasporto e vigilerà sulla sua effettuazione». E se il programma del servizio ferroviario continuerà a far capo alla regione, i programmi di bacino spetteranno alle agenzie. 
Per le tariffe «è previsto – spiega Parolini – un sistema unico regionale, che poi sarà declinato in sede locale dalle agenzie». Le agevolazioni saranno invece decise in forma unitaria dalla giunta «sulla base di situazioni economiche soggettive». 
E le risorse? «Le definisce e le distribuisce la Regione, introducendo il concetto di costo standard, valutando i fabbisogni di mobilità e introducendo criteri premiali a chi recupera efficienza e assicura qualità». Uno spiraglio a cui guarda con speranza Brescia con il peso del suo metrò. Naturalmente – aggiunge Parolini – «risorse pubbliche e tariffe dovranno assicurare l’equilibrio di bilancio». 
E i tempi? «Le agenzie – spiega il consigliere del Pdl – dovranno essere costituite entro sei mesi dal varo della legge, atteso per fine anno. I programmi di bacino andranno fatti entro 12 mesi, gli affidamenti entro 18. Nel frattempo tutti i contratti in corso vengono prorogati». La legge avrà un percorso accidentato? «Non è detto – anticipa Parolini – Anche le minoranze hanno chiesto di essere partecipi di questo percorso, Il clima era di collaborazione costruttiva». M.TE.